Piedi sani e curati: come, quando e perché. Un piccolo vademecum

Negli ultimi mesi sono stati pubblicati su molti giornali numerosi articoli riguardanti i piedi, oggetto ormai, soprattutto negli USA di una moda in continua evoluzione: piedi rifatti quasi integralmente, cuscinetti di collagene o acido ialuronico impiantati sotto la pianta per potersi permettere tacchi vertiginosi, limatura delle ossa laterali per indossare calzature con punte ultrasottili … tutti interventi che spesso lasciano problemi e dolori residui!
In Italia, per fortuna, il piede è ancora visto non tanto come emblema estetico, ma soprattutto come “accessorio” al benessere dell’intero organismo. Camminare comodamente e con calzature adatte è, infatti, ancora un must per uomini e donne, e il tutto si rileva a maggior ragione soprattutto in estate, quando i piedi per forza di cose si scoprono e si mettono in mostra.

Un punto fondamentale per il nostro benessere

Molti non sanno che trascurare il benessere e la salute dei piedi può avere ripercussioni negative sia di tipo posturale che vascolare. E la maggior parte delle donne porta tacchi vertiginosi spesso molto belli e sexi, ma senza sapere i disagi che procureranno nel futuro. Le calzature, infatti restano importantissime per correggere, quando necessario, l’appoggio plantare.

Possiamo curare asimmetrie del bacino o delle spalle, sintomatologie dolorose della colonna cervicale e lombare, cefalee croniche apparentemente non risolvibili, malocclusione dentaria.

Per non parlare delle deformazioni ossee, delle alterazioni trofiche della cute e delle unghie, delle aree ipercheratosiche, dell’edema del dorso del piede e delle dita … Un piede apparentemente sano da fermo può funzionare male durante la deambulazione: questo determina alterazioni venose responsabili in parte della malattia varicosa. E ancora … Un linfedema cronico (cioè il gonfiore della gamba, del dorso del piede e delle dita) e che non risponde alle comuni terapie che agiscono sul sistema linfatico, può essere causato da onicomicosi (micosi delle unghie). In questi casi il tutto non si risolverà finchè non si adotterà la terapia farmacologica adatta alla singola patologia, spesso anche per via orale.
Diverse patologie estetiche delle gambe, come alcune forme della cosiddetta “cellulite”, necessitano di terapie combinate tra cui quelle che si basano sulla correzione dell’alterato appoggio plantare. L’anamnesi, l’esame obiettivo e l’uso di metodiche strumentali che valutano la corretta posizione del piede in statica e in dinamica, restano compiti che il medico deve eseguire accuratamente ed attraverso i quali può prescrivere un plantare specifico che contribuisce alla risoluzione della patologia presentata dal paziente.
In tutte queste circostanze, gioca, comunque, un ruolo molto importante la collaborazione tra i diversi specialisti (il podologo, l’angiologo, l’ortopedico, il medico estetico).

Quando il fattore estetico è basilare

Ma che dire di un piede sano, trascurato dal punto di vista estetico?
Dovrebbe essere una regolare abitudine prendere appuntamento con una estetista preparata che abbia la capacità di risolvere problemi responsabili di malessere nell’indossare le calzature, e sensazione di dolore durante la deambulazione (per esempio callosità, occhi di pernice, unghie incarnite…). Per non parlare del fatto che un piede non curato è segno di trascuratezza e disordine.
Perciò via libera a scrub con sali che rendono la pelle liscia, a creme idratanti e nutrienti per un’epidermide ultramorbida, a maschere con la paraffina per una cute lucida e levigata.
Le unghie dovranno essere perfettamente limate e modellate. E non adottiamo quelle unghie squadrate, tutte uguali, tanto di moda negli scorsi anni. Molto meglio unghie sane non rifatte!
Solo per chi ha la sfortuna di non avere delle belle unghie si può ricorrere a trattamenti speciali che ne consentono la ricostruzione: tips (unghie finte da applicare e incollare sulla propria base), gel lucidi e trasparenti, resine che si induriscono ed hanno un aspetto molto naturale. Sulle unghie (naturali o ricostruite) si possono poi applicare smalti o decori con strass e perline di diversa forma e colore oppure si può di fare la “french” colorando solo la parte libera dell’unghia, di bianco nella versione classica o di diversi colori se si vuole esagerare!
E allora via libera al divertimento e per concludere in bellezza non dimenticate di chiedere alla vostra estetista un massaggio ai piedi con olii essenziali… Vi sentirete in paradiso!

La chirurgia plastica inoltre, nei casi più impegnativi, può fare molto per migliorare il benessere dei nostri piedi e per sistemare piccoli e grandi problemi a livello delle estremità.

La sindattilia, ad esempio, una malformazione congenita delle dita del piede che si presentano unite in gruppi di due o tre, può trovare soluzione. In questi casi il chirurgo plastico interviene da solo, se il problema è a livello dei tessuti molli, o con l’aiuto dell’ortopedico se viene coinvolto l’apparato osseo. Problema opposto è la polidattilia, cioè le dita dei piedi in soprannumero. Anche in questo caso interviene il chirurgo plastico o l’ortopedico eliminando le dita in più e ripristinando la forma corretta del piede. In casi di questo genere è sempre fondamentale il riposo postoperatorio con l’arto “in scarico” per una durata variabile a seconda del tipo di intervento.
Ci sono poi problemi meno complessi, in un certo senso, che richiedono sempre l’intervento chirurgico come nel caso di micosi delle unghie ribelli a cure topiche e sistemiche o nel caso di unghie incarnite recidive. In questi casi il chirurgo asporta non tutta l’unghia, ma solo una parte di essa, insieme con la matrice incuneata nei tessuti molli, accelerando così la guarigione e senza che sia necessario attendere la crescita dell’unghia. Spesso presenti anche le verruche plantari che possono essere molto fastidiose se crescono sulla pianta del piede e si sviluppano in profondità.
Si tratta di interventi semplici, da eseguire in anestesia locale e con un disagio minimo per il paziente.

Ma non dimentichiamo che i piedi ricevono segnali e sollecitazioni dall’intero organismo, in quanto sono la parte più declive e più “usata” del corpo umano e la loro salute e il loro benessere dovrebbero essere sempre prioritari per ognuno di noi. Se ci accorgiamo che, al termine della giornata, i nostri piedi sono gonfi c’è qualcosa che non va nel nostro stile di vita o, più raramente, siamo in presenza di una patologia vera e propria, che consiglia il ricorso all’angiologo o al chirurgo vascolare.

Che fare allora?

Innanzitutto, se possiamo, miglioriamo il nostro stile di vita. Per tutti ci sono regole generali che sarebbe bene seguire come rialzare i piedi del letto (con due mattoni per esempio) di circa 5 o 10 centimetri, in modo che i piedi vengano a trovarsi sopraelevati rispetto al resto del corpo. Se si svolge poi un lavoro sedentario o si sta molte ore in piedi o seduti, ricordiamoci di camminare per almeno una mezz’ora al giorno. E se la nostra attività lavorativa ci obbliga a stare in piedi fermi ( magari facciamo la stiratrice, o il chirurgo) è bene alzarsi sulle punte dei piedi ogni tanto, ma con regolarità, per favorire la circolazione del sangue.

E le scarpe?

Mai abusare di calzature eccessivamente alte o di scarpe con punte troppo strette, Possono anch’esse limitare la circolazione del sangue e provocare a lungo andare inconvenienti. Sono da usare con parsimonia anche le calze autoreggenti che stringono eccessivamente le gambe o i calzerotti con elastici troppo stretti. Meglio collant e calze a compressione graduata da acquistare in negozi specializzati di ortopedia o in farmacia, dove potranno consigliarvi la vostra giusta misura ed ove potrete coniugare salute ed estetica. Ed inoltre dureranno il doppio delle normali calze!

E lo sport?

Si tratta di un grande amico utilissimo per prevenire fenomeni legati alla cattiva circolazione sanguigna. Oltre al moto e alle passeggiate, vanno benissimo molti sport, tra i quali uno dei migliori resta il nuoto.

Ma quali sono le patologie vascolari che possono affliggere i nostri piedi?

In primo luogo le varici (si tratta di vene dilatate che si notano sottopelle sia per la loro forma “a serpente” sia per essere rilevate come un cordoncino…) che possono raggiungere vari stadi di infiammazione e, nei casi più gravi procurare addirittura vere e proprie ulcere. Un grande aiuto, in questi ultimi anni, è stato dato alla diagnostica, dall’avvento dell’ecocolordoppler che permette una diagnosi assai precisa, ripetibile e assolutamente innocua persino in gravidanza!
Nel caso delle varici, se si evidenzia una conclamata insufficienza circolatoria, si può intervenire dapprima con cure farmacologiche a base di flebotonici da prendere a cicli periodici, per poi arrivare,a seconda delle indicazioni, o all’’intervento chirurgico che prevede l’asportazione della vena “ammalata” con l’aiuto di microincisioni, o alla scleroterapia. L’operazione, nella stragrande maggioranza dei casi, è semplice e può essere eseguita in anestesia locale in ambulatorio.

E infine, sempre in campo vascolare, un consiglio importante dedicato proprio a chi soffre di varici. Può succedere che per un trauma o per qualsiasi altro motivo una piccola vena (per esempio di una caviglia) inizi a sanguinare: come ci si deve comportare?

Ecco cosa consiglia l’esperto:

  1. Non farsi prendere dal panico!
  2. Sdraiatevi ed alzate le gambe sopra il torace
  3. Comprimete il punto sanguinante con un dito per 2 o 3 minuti.

Il sangue cesserà di sgorgare quasi immediatamente e, dopo poco tempo, si potrà con tutta calma ricorrere al proprio medico curante per le cure del caso.

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